Non Rinunciare alle Tue
Sfide: Richard Bandler e la NPL La scorsa settimana ho
partecipato a un corso incredibile con 450 persone, ognuna con la propria
storia unica da raccontare. Alcune storie erano di successo, altre avevano
solo bisogno di essere ascoltate e comprese. Questa esperienza mi ha fatto
riflettere profondamente sull'importanza di condividere le proprie esperienze
e di creare nella nostra mente immagini migliori di noi stessi, di noi che
vinciamo o che otteniamo ciò che abbiamo sempre desiderato. Uno dei momenti più
significativi del corso è stato l'incontro con Richard Bandler, fondatore
della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL). All'inizio, alcune delle sue
strategie mi sono sembrate paradossali, ma con il passare dei giorni ho
imparato ad apprezzarle. La PNL ci insegna che la nostra percezione della
realtà può essere modellata attraverso il linguaggio e le immagini mentali, e
che possiamo cambiare il nostro stato emotivo modificando queste
rappresentazioni. Questo mi ha ricordato una
storia di resilienza straordinaria: quella di Kobe Bryant. Il 13 aprile 2013,
Kobe subì un grave infortunio al tendine di Achille durante una partita,
mettendo a rischio la sua carriera a 35 anni. Alle 3:30 del mattino, con il piede
dolorante e la mente annebbiata dagli antidolorifici, scrisse un post su
Facebook esprimendo la sua frustrazione e la sua rabbia. Ma invece di
arrendersi, decise di affrontare la sfida con determinazione, invitando tutti
noi a smettere di autocommiserarsi e a lavorare con la stessa dedizione di
sempre. A volte, quello che stiamo
passando ci sembra incredibile e insormontabile, un nodo che non possiamo
sciogliere. Quando condividiamo il nostro problema, può sembrare che gli
altri non lo prendano sul serio o non siano abbastanza empatici. La
tentazione è di chiuderci in noi stessi, di rimanere nella nostra sofferenza.
E se qualcuno ci prende in giro per la nostra situazione, possiamo arrivare a
odiarlo per la sua indelicatezza. Ma cosa facciamo quando una
persona ci confida il suo malessere? A volte, pensiamo che il loro problema
non sia così grave rispetto ai nostri. La verità è che spesso non riusciamo a
metterci davvero nei panni degli altri. Dobbiamo per forza soffrire del loro
dolore per capirli? E se invece dovessimo accettare la nostra situazione e
vederla con gli occhi degli altri? Se la nostra percezione della realtà fosse
solo un'immagine che noi stessi rendiamo più impattante di quanto sia
realmente? Questa sera, nel mio
programma "Dott. Coach", parlerò di questo. Parleremo di come
possiamo affrontare le nostre sfide e non rinunciare, di come possiamo
cambiare la nostra percezione e creare immagini migliori di noi stessi. Vi
aspetto dalle 18:30 per discuterne insieme. Ricordate, condividere le
nostre esperienze non solo ci aiuta a trovare supporto, ma ci permette anche
di vedere le cose da una nuova prospettiva. Come Kobe Bryant ci ha insegnato,
non molliamo, non ci nascondiamo, non scappiamo. Resisti, conquista i tuoi
obiettivi, e non rinunciare mai alle tue sfide. Loris Bonomi |
Intervento
della Psicologa:
Richard Bandler,
fondatore della PNL, sostiene che cambiare il modo in cui vediamo le cose
cambia il nostro stato emotivo e quindi le nostre decisioni. La psicologia
supporta questa idea: le immagini mentali influenzano profondamente le nostre
emozioni e comportamenti. Visualizzare versioni positive di noi stessi può
migliorare l'autostima e la motivazione. Cambiando le nostre rappresentazioni
interne - ad esempio, vedendo noi stessi affrontare con successo una sfida -
modifichiamo le nostre sensazioni e, di conseguenza, le nostre azioni. Questa
tecnica, nota come "ristrutturazione cognitiva", è uno strumento
potente per trasformare la nostra realtà e raggiungere i nostri obiettivi.
Dottoressa Iani
Clementina : Team Camminando con un coach