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Come Trasformare le Tempeste della Vita in Opportunità di Crescita Personale: 12 Lezioni per l’Ultimo Trimestre dell’Anno e un Compleanno Speciale

Ogni inizio mese porta con sé nuove opportunità, ma l’inizio di un nuovo trimestre ha un potere speciale: è un invito a fare il punto su ciò che abbiamo raggiunto e a prepararci per i prossimi tre mesi. Ed eccoci qui, entrati nell’ultimo trimestre del 2024, un momento perfetto per riflettere e riorganizzare le nostre energie. Oggi, però, non è solo un nuovo inizio, ma una giornata speciale perché festeggiamo il secondo compleanno del progetto “Dottor Coach”! Esattamente due anni fa, grazie a Rete Radio Azzurra e alla fiducia di Fulvio Di Raddo, abbiamo mosso i nostri primi passi e, come ogni progetto che cresce, abbiamo vissuto la nostra evoluzione, fatta di prove, errori, ma soprattutto di passione e determinazione.

Il periodo iniziale di ogni avventura è fondamentale, proprio come i primi due anni di vita per lo sviluppo del cervello umano. Sono gli anni in cui si creano le connessioni, si definiscono le basi e si gettano le fondamenta di quello che sarà il futuro. Oggi possiamo dire che anche noi, come un bambino che impara a camminare, siamo cresciuti, grazie a voi ascoltatori e ai preziosi feedback che ci avete dato. E, proprio come recita la frase del mese: “Non tutte le tempeste arrivano per distruggere la tua vita. Alcune arrivano per pulire il tuo cammino.”, anche noi abbiamo imparato a vedere ogni difficoltà come un’opportunità di miglioramento e crescita.

Quando abbiamo iniziato, forse non avevamo un quadro chiaro di dove saremmo arrivati, ma passo dopo passo, puntata dopo puntata, abbiamo affinato la nostra voce, trovato il nostro stile e, soprattutto, compreso che il vero valore del progetto siete voi, che ci seguite con costanza. E proprio per questo, oggi più che mai, è importante riflettere sull’importanza delle tempeste e dei cambiamenti. Ognuno di noi affronta sfide e crisi che, a volte, sembrano volerci abbattere. Ma, come dice Murakami in “Kafka sulla spiaggia”, le tempeste ci cambiano, ci trasformano, e il risultato finale è che non usciamo mai gli stessi da quel vento.

Nel percorso del “Dottor Coach” ci sono stati momenti in cui ci siamo chiesti se stavamo andando nella direzione giusta. Abbiamo sperimentato, cambiato format e aggiustato il tiro, proprio come un albero che si piega durante un forte vento per poi rialzarsi più saldo di prima. Ogni piccolo fallimento è stato un’occasione per ripensare, migliorare e crescere, esattamente come ci insegna il percorso di Edison con la sua famosa lampadina. È facile pensare ai grandi successi e dimenticare quanti tentativi ci sono dietro, quante piccole decisioni prese quotidianamente che, alla fine, portano a quel salto quantico in cui tutto cambia.

In questi due anni, il progetto “Dottor Coach” è diventato una realtà che evolve con voi e per voi, proprio come il cervello nei primi anni di vita che assorbe ogni stimolo, ogni suono, ogni parola. E così, grazie alla visione e al supporto di Fulvio Di Raddo , direttore di Rete Radio Azzurra e di persone che mi aiutano nella stesura e revisione del programma e che rimangono nell'anonimato perchè assieme abbiamo deciso di nascondere "per ora" , siamo cresciuti e ci siamo sviluppati. Ma la nostra evoluzione non si ferma qui. Ogni mese, ogni trimestre è un’occasione per rivedere i nostri progressi e prepararci ai cambiamenti futuri. E, proprio come ogni bambino impara a camminare cadendo e rialzandosi, anche noi continueremo a fare passi avanti, a evolverci, a sperimentare, perché la magia sta nel “non mollare mai”.

Quindi, mentre entriamo in questo ultimo trimestre del 2024, voglio ringraziare voi, ascoltatori, per essere parte di questo viaggio e Fulvio Di Raddo per aver creduto in noi fin dal principio. Ogni singola parola, ogni consiglio e ogni riflessione condivisa è frutto di questo percorso fatto insieme. Ora, guardando avanti, so che ogni tempesta che incontreremo sarà solo un modo per rendere ancora più salde le nostre radici e più ampie le nostre prospettive. Perciò, buon viaggio nel vostro ultimo trimestre dell’anno: che sia un periodo di grandi scoperte, di rinascite e, soprattutto, di crescita condivisa.

E, per concludere con una riflessione finale: ogni tempesta, ogni cambiamento, ogni crisi ci offre una scelta. Possiamo restare fermi, lamentandoci del vento, o possiamo usare quel vento per navigare verso nuove destinazioni. Sta a noi decidere. Grazie di cuore a tutti e… buon compleanno, “Dottor Coach”!

Bruciare le navi, cosa vuol dire....

Ci sono storie che attraversano i secoli e riescono a trasmettere un messaggio di forza e determinazione che ancora oggi risuona potente. Una di queste è la leggenda di Hernán Cortés, il condottiero spagnolo che nel 1519 arrivò sulle coste del Messico con l’obiettivo di conquistare l’impero azteco. La sua spedizione fu una delle più audaci e rischiose della storia, ma non è per il successo ottenuto che viene ricordato. È per quel gesto iniziale, decisivo e irrevocabile: bruciare le navi. Immagina la scena: Cortés sbarca con i suoi uomini, che si trovano su una terra sconosciuta, lontani migliaia di chilometri da casa. La paura, l’insicurezza e il desiderio di ritirarsi dovevano essere sentimenti forti tra le fila dei suoi soldati. Ed è proprio per cancellare ogni traccia di esitazione che Cortés decide di prendere una decisione estrema: ordina di bruciare le proprie navi. Con un solo gesto, elimina ogni possibilità di ritorno, rendendo la scelta chiara a tutti: o si conquista questa terra, o si muore tentando. Non c’è altra via. Niente piani di riserva, nessun ripiego sicuro. Solo la strada in avanti, con l’unico obiettivo del successo. Ma perché questa storia è così potente ancora oggi? Il gesto di Cortés è diventato una metafora utilizzata spesso in ambito motivazionale per illustrare l’importanza di impegnarsi totalmente in un obiettivo. “Bruciare le navi” significa, infatti, togliersi ogni via di fuga e puntare tutto su un’unica decisione. Senza un piano B, senza riserve, siamo costretti a dare il massimo, a superare ogni ostacolo e a far emergere risorse e capacità che altrimenti non sapremmo di avere. Quando lasciamo aperta la possibilità di ritirarci, tendiamo a conservare parte delle nostre energie per un eventuale “piano di emergenza”. Ma cosa succede se quel piano non esiste più? Se la ritirata non è più un’opzione, la mente si concentra in modo totale sull’obiettivo. Le paure e i dubbi perdono di significato perché sappiamo di non poter tornare indietro. Il fallimento non è più una strada percorribile, e quindi l’unico modo è andare avanti, trovare soluzioni e fare tutto il necessario per raggiungere ciò che desideriamo. Immagina di voler cambiare carriera, ma di conservare ancora il vecchio lavoro “nel caso le cose non vadano come previsto”. O pensa a chi sogna di trasferirsi in un’altra città, ma mantiene comunque l’appartamento nella vecchia, “per sicurezza”. Queste scelte sembrano logiche e prudenziali, ma spesso agiscono come ancore che trattengono. Finché hai una via di fuga, una parte di te non sarà mai completamente investita nel nuovo progetto. Bruciare le navi, in questo caso, significa prendere decisioni forti e definitive: vendere la vecchia casa, dimettersi dal vecchio lavoro e lanciarsi a capofitto nella nuova vita. Certo, è spaventoso. Ma è proprio quel “brivido” a dare energia, a spingerti a dare il meglio. “Bruciare le navi” non significa essere irresponsabili o agire senza valutare i rischi. Non vuol dire buttarsi a occhi chiusi. Significa piuttosto prendere una decisione consapevole, sapendo che è quella giusta, e impegnarsi a fondo, senza tentennamenti. Perché quando ci lasciamo vie di fuga, tendiamo a fermarci al primo ostacolo. Ma se sappiamo che la sola opzione è andare avanti, troveremo la forza per superare qualsiasi cosa. Spesso, il vero ostacolo non è la difficoltà del compito, ma l’attaccamento a ciò che lasciamo dietro di noi. Bruciare le navi è una metafora potente per imparare a chiudere con il passato e abbracciare il futuro senza rimpianti. Significa liberarsi dalle catene della nostalgia, delle abitudini e della paura di perdere ciò che già conosciamo. È un invito a uscire dalla zona di comfort e a costruire una nuova realtà, con tutti i rischi e le opportunità che questo comporta. Ognuno di noi ha le sue “navi” da bruciare: vecchie abitudini, situazioni che ci bloccano o credenze limitanti che ci tengono ancorati al passato. Il primo passo è individuare cosa ci sta trattenendo. Il secondo è avere il coraggio di lasciare andare. E, una volta bruciate quelle navi, scopriamo che davanti a noi si apre un mondo nuovo, dove l’unico limite è la nostra capacità di credere in noi stessi. Quindi, la prossima volta che ti trovi a dover fare una scelta importante, chiediti: sto lasciando aperta una via di fuga? Se la risposta è sì, forse è il momento di prendere in mano la torcia e di bruciare quelle navi. Perché a volte, il vero salto verso il successo inizia proprio quando lasciamo andare ogni possibilità di tornare indietro. Buon viaggio e… coraggio!

 

Intervento della Psicologa

La rinascita è un processo fondamentale per la nostra evoluzione personale. Ogni volta che superiamo una difficoltà o affrontiamo un cambiamento, abbiamo l’opportunità di rinnovarci, proprio come la fenice che rinasce dalle sue ceneri. È in questi momenti che scopriamo nuove parti di noi stessi e sviluppiamo risorse interiori che prima non sapevamo di avere. Non si tratta di cancellare il passato, ma di trasformarlo in forza. Ogni crisi, ogni caduta, è un’occasione per ricostruirci, con una consapevolezza maggiore e con una nuova energia. Perché la vera crescita avviene quando siamo pronti a rinascere.

Dottoressa Iani: Team Camminando con un coach.

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