Ti è mai capitato di accendere la TV, incrociare
una voce familiare e ritrovarti ipnotizzato, come se il tempo si fermasse? A me
succede ogni volta che rivedo un documentario di Piero Angela. Era da un po’
che non sentivo la sua voce, poi l’altra sera, mentre scorrevo tra i video
consigliati, mi è apparso un suo vecchio servizio. Ho cliccato senza pensarci
due volte. E in un attimo mi sono ritrovato catapultato nei miei pomeriggi da
ragazzino, quando la sua voce rassicurante riempiva il salotto di casa. Eppure,
c’è una cosa che all’epoca non capivo.
Da adolescente, avevo l’idea che chi parlava in
modo semplice fosse… beh, troppo “sempliciotto”. Credevo che essere
intelligenti significasse usare paroloni, frasi complesse, un linguaggio quasi
inaccessibile. E così, per anni, ho pensato che la scienza non fosse per me. Ma
oggi, con la mia esperienza da speaker, ho capito una cosa fondamentale: la
vera intelligenza non si misura nella complessità, ma nella capacità di rendere
chiaro anche il concetto più difficile.
Se c’è una cosa che Piero Angela faceva
magistralmente, era spiegare senza far sentire nessuno escluso. Non
semplificava per “rendere le cose facili”, ma perché voleva che tutti, anche
chi non aveva mai aperto un libro di scienza, potessero capire e appassionarsi.
Eppure, per anni la società mi ha trasmesso il messaggio opposto: parlare in
modo forbito era sinonimo di intelligenza, usare un linguaggio accessibile era
roba per chi “non sapeva abbastanza”. E così, ho inconsapevolmente allontanato
me stesso da tante cose, convinto che non fossero “alla mia portata”. Solo più
tardi ho capito che la semplicità è un ponte, non un limite.
Ecco perché oggi, nel mio lavoro di divulgazione
alla radio con Dottor Coach, voglio che ogni tema di psicologia, crescita
personale e benessere sia raccontato nel modo più naturale possibile: chiaro,
coinvolgente, accessibile. Esattamente come faceva Piero Angela. Spiegare bene
qualcosa significa averlo capito a fondo. Einstein diceva: “Se non riesci a
spiegarlo a un bambino di sei anni, non lo hai capito davvero”. Un concetto
chiaro rimane impresso, mentre uno complicato si dimentica in fretta. La conoscenza
non dovrebbe essere un club esclusivo per pochi eletti, ma un'opportunità per
tutti.
Da quando ho capito l’importanza della
semplicità, ho deciso di renderla il cuore del mio progetto. Dottor Coach non
sarà mai un contenuto “per pochi”, perché voglio che ogni persona che mi
ascolta possa portarsi a casa qualcosa di utile, senza dover decifrare discorsi
troppo tecnici o lontani dalla vita di tutti i giorni. E chissà, magari un
giorno qualcuno ascoltandomi penserà: “La psicologia mi ha sempre spaventato,
ma detta così… è affascinante! È anche per me.” E se succederà, vorrà dire che
ho fatto un buon lavoro.
Loris Bonomi
La Psicologia dice:
Secondo la psicologia cognitiva, il nostro
cervello è progettato per elaborare le informazioni in modo efficiente. Se un
concetto è troppo complesso o spiegato con un linguaggio astratto, la mente si
stanca e lo rifiuta. Al contrario, quando qualcosa ci viene raccontato con
parole semplici, immagini chiare e metafore concrete, si attivano i circuiti
della memoria e della comprensione profonda. Questo accade perché il cervello
ama le connessioni dirette con ciò che già conosce. La scienza della comunicazione
ha dimostrato che più un’idea viene semplificata, più diventa accessibile,
influente e duratura. È per questo che la divulgazione più efficace è sempre
stata quella capace di tradurre la complessità in qualcosa di immediatamente
comprensibile. E, in fondo, non è proprio questo il cuore di ogni forma di
conoscenza?
Dottoressa Iani: www.camminandoconuncoach.it