Blu Run a
Montichiari: Quando la Comunità Corre per l’Inclusione – Una Storia di Sport,
Cuore e Coraggio
Immagina una piazza che si colora di blu. Il
cielo è limpido, l’aria profuma di primavera e i passi delle persone si
intrecciano come una danza gentile. I bambini ridono, gli adulti si scambiano
sguardi complici, qualcuno si scalda le gambe, pronto a partire, altri si
avvolgono in una felpa blu elettrico come fosse un mantello da supereroe. È
mercoledì 2 aprile, e a Montichiari non è solo una passeggiata: è un inno alla
vita, alla diversità e alla voglia di stare insieme. È la Blu Run, e io
ci sono.
Sarò la voce e della manifestazione e sono pronto
ad accogliere con il sorriso e a trasformare l’attesa in energia pura. E non
sono solo: insieme a Rete Radio Azzurra, che come sempre accende il
territorio con voce e passione, e poi c’è lui, Emilio dei Pazzi di Rugby,
che dalla consolle dirige , musica e interviste, come un direttore d’orchestra
che sa far vibrare le emozioni più profonde.
Cosa rende speciale una camminata di 3 km? Non è
solo la distanza, è il passo condiviso. Camminare accanto a chi ogni
giorno affronta sfide che spesso non vediamo. Camminare con chi è diverso solo
perché ha un modo diverso di sentire il mondo. Camminare insieme per dire che nessuno
è lasciato indietro.
Questa giornata profuma di solidarietà e ha il
suono allegro delle voci che si intrecciano. Ci sono i passi, sì, ma anche le
storie, i sorrisi, le mani che si stringono. È come se la città stessa si
mettesse le scarpe da ginnastica e decidesse di camminare accanto a noi.
E mentre ci prepariamo a partire, sotto al cielo
di Montichiari che sembra fatto apposta per farsi guardare, non posso non
pensare alla storia che ci ha ispirati oggi. Quella delle Paralimpiadi,
nate dalla visione di un medico che non ha visto solo disabilità, ma potenziale
umano. Era il 1948 e il dottor Ludwig Guttmann, dopo la Seconda Guerra
Mondiale, decise che lo sport poteva essere molto di più che competizione:
poteva essere cura, rinascita, dignità. Così nacquero i Giochi di Stoke
Mandeville, lo stesso giorno delle Olimpiadi di Londra. Da lì, nel 1960 a Roma,
i primi veri Giochi Paralimpici.
Una scelta coraggiosa, un’idea che ha fatto il
giro del mondo, come fanno le cose belle quando incontrano cuori aperti. Oggi
le Paralimpiadi sono il simbolo che nulla è impossibile, che ogni essere
umano ha dentro di sé una forza che può trasformare il dolore in movimento, la
fatica in sfida, la paura in orgoglio.
Ed è questo il messaggio che corre anche oggi tra
le vie di Montichiari. La Blu Run non è una gara, è un abbraccio lungo
tre chilometri. È una carezza sulle spalle di chi ha bisogno di sentirsi parte.
È una dichiarazione d’amore verso l’inclusione, la diversità, la bellezza delle
differenze.
Essere qui oggi significa allenare non solo i
muscoli, ma anche la mente e il cuore. Significa capire che ognuno ha il suo
ritmo, ma la direzione può essere comune. Significa guardarsi attorno e
dire: “Ci sono. Cammino con te.”
Lo so, a volte possiamo sentirci piccoli davanti
ai grandi temi come l’inclusione, l’autismo, la disabilità. Ma la verità è che
ogni piccolo gesto conta. Ogni sorriso, ogni parola gentile, ogni passo
condiviso ha il potere di cambiare il clima emotivo di un luogo. E oggi
Montichiari ha scelto di camminare con le sue persone più preziose.
Emilio in consolle non smette di accendere
emozioni, Rete Radio Azzurra raccoglie voci, testimonianze, sorrisi. Io continuerò
a stringere mani e accogliere iscrizioni assieme alla Cooperativa La Sorgente
, ma soprattutto a far sentire le persone viste, accolte, importanti.
Loris Bonomi
Approfondimento psicologico:
Secondo la psicologia, sentirsi parte di una
comunità è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano. Non si tratta solo
di essere presenti fisicamente, ma di sentirsi accolti, accettati,
valorizzati. Eventi come la Blu Run agiscono proprio su questo piano:
rafforzano l’identità collettiva, abbassano il senso di solitudine e aumentano
l’autoefficacia percepita.
In parole semplici? Quando cammini insieme agli
altri, ti senti più forte.
E quando qualcuno ti guarda negli occhi e ti dice “Grazie per esserci”,
qualcosa dentro di te cambia.
È così che si costruisce una società più sana: un passo alla volta, ma
insieme.
Dottoressa Iani : www.camminandoconuncoach.it