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Quando il cammino diventa un ponte tra generazioni… e un invito a crescere insieme

Ci sono momenti in cui basta mettere un piede davanti all’altro per iniziare a capirsi.
Io, ad esempio, ho sempre trovato nella montagna un rifugio e un alleato.
Un luogo dove le parole arrivano piano, senza forzature, e spesso anche il silenzio dice tutto.

Mia figlia ha camminato con me fin da piccola.
Insieme al nostro cane, tra sentieri e boschi, abbiamo condiviso risate, canzoni stonate, sfide buffe e qualche confidenza preziosa.
Negli anni, quelle passeggiate sono diventate il nostro modo per restare vicini, anche quando il mondo sembrava volerci allontanare: lei cresceva, io cercavo di capire come esserle vicino.

Essere genitore di un adolescente non è semplice.
Certe volte sembra di parlare due lingue diverse.
Eppure… quando camminiamo, tutto cambia. Non c’è un tavolo in mezzo, nessuno ti guarda negli occhi per giudicare.
Si è uno accanto all’altro, e questo basta per sentirsi più vicini.

Ricordo ancora una passeggiata in particolare. Camminavamo da un po’, immersi nel silenzio del bosco, quando mia figlia mi disse, quasi sottovoce:
“Papà, io voglio cambiare scuola.”
Non era una cosa detta per capriccio. Era un peso che si portava dentro da mesi.
Mi spiegò che non si sentiva più bene nel percorso che stava facendo, che non si riconosceva in quell’ambiente e che ogni giorno andava in classe con un nodo allo stomaco.
In quel momento, il cammino ci aveva preparati: io ero pronto ad ascoltare, lei era pronta a parlare.
E da lì è partito un dialogo sincero, che forse, seduti a tavola o in macchina, non sarebbe mai venuto fuori.

In questi anni mi sono accorto che anche se i nostri figli sembrano “lontani”, spesso stanno cercando esattamente ciò che cercavamo anche noi alla loro età: essere capiti, sentirsi liberi, imparare a scegliere chi vogliono diventare.
Ma oggi il loro sentiero è più pieno di ostacoli: la pressione dei social, il confronto continuo, l’idea che si debba sempre apparire forti, perfetti, felici.
E quando non ce la fanno, non sempre lo dicono. A volte si chiudono. A volte si arrabbiano.
E noi ci sentiamo impotenti.

Ecco perché quando ho scoperto il progetto del R-Evolution Camp, mi si è accesa una luce.
Perché questo camp non vuole insegnare ai ragazzi a diventare “qualcuno”, ma aiutarli a ricordare che sono già molto di più di quello che credono.

Il R-Evolution Camp è una settimana in montagna, dedicata ai ragazzi dai 13 ai 19 anni, che si svolgerà dal 22/06/2025 al 29/06/2025

È organizzato da un team speciale:

  • Giovanni Magni, coach professionista, fondatore di CREA e ideatore del camp,
  • Gaia Magni, coach e attrice, con una sensibilità profonda per il mondo degli adolescenti,
  • Roberta Morandi, coach e formatrice esperta in comunicazione ed emozioni.

Insieme, hanno creato un’esperienza che fonde coaching, gioco, natura e relazione.
I ragazzi verranno accompagnati in un viaggio dentro di sé, dove impareranno a esprimere i propri pensieri e sentimenti, riconoscere le proprie emozioni, scegliere relazioni sane, costruire autostima, affrontare le proprie scelte e rallentare… per riscoprire il valore della semplicità.

Se tutto questo ti ha fatto venire in mente tuo figlio, o tua figlia…
Se senti che potrebbe essere l’occasione giusta per aiutarlo/a ad aprirsi, a ritrovarsi, a respirare davvero…
Allora questa sera non perderti la puntata speciale di “Dottor Coach” su Rete Radio Azzurra, dalle 18:30.

Con me ci sarà proprio Giovanni Magni, ideatore del camp, per raccontarci com’è nato il progetto, cosa succede durante la settimana, come funziona il coaching per ragazzi e soprattutto… come può cambiare la vita di chi partecipa.

Se hai delle domande da fare per tuo figlio o tua figlia, scrivici in diretta: Giovanni sarà felice di rispondere e aiutarti a capire se questo percorso fa per voi.

https://www.cittacoupon.it/scarica-app/reteradioazzurra

https://creacoach.it/landing-camp/

Loris Bonomi

 

Riflessione psicologica

La ricerca psicologica dimostra anche che la natura abbassa lo stress e stimola la riflessione: secondo Marc Berman (Università di Chicago), camminare nel verde aiuta a regolare le emozioni e ad avere pensieri più chiari.
Per un adolescente, già in pieno cambiamento interiore, questo contesto può diventare un’opportunità unica per esprimersi senza pressioni.

Anche la psicoterapia “walk-and-talk” usa il movimento per facilitare il dialogo.
Camminando, le parole arrivano con più naturalezza. E quando non arrivano, il silenzio parla lo stesso.
Per capire un figlio non servono sempre grandi discorsi.
Bastano piccoli passi… nella stessa direzione.

 

Dottoressa Iani : www.camminandoconuncoach.it

 

 

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