Quando Arriva la Pergamena: Il Vero
Valore del Cammino tra Studio, Lavoro e Vita
Cari amici di Camminando con un Coach, oggi vi scrivo con il
cuore che batte più forte del solito, come quando si rivede un vecchio amico
dopo tanto tempo. È successo qualcosa che mi ha preso di sorpresa: ho ricevuto
un pacco inaspettato. Dentro c'era la pergamena del mio master in Risorse Umane,
Lavoro e Organizzazioni. Sapete, non è il pezzo di carta in sé che mi ha
emozionato, ma tutto ciò che rappresenta. Appena l’ho presa tra le mani, ho
sentito un tuffo al cuore. Mi sono tornati alla mente i mesi passati a studiare,
le notti in bianco davanti a un libro o a una presentazione da preparare, le
giornate a incastrare esami con riunioni e scadenze che sembravano non finire
mai. E poi quel senso di corsa continua, come quando cerchi di ripararti sotto
un portone durante un temporale, e ti accorgi che sei comunque fradicio dalla
testa ai piedi.
Ecco, quando è
arrivata quella pergamena mi è sembrato di rivedere tutto quel percorso come in
un film. Un po' come quando, dopo aver fatto il Cammino di Santiago, riguardi
le foto e quasi non ti riconosci. Ricordo i miei piedi gonfi, le vesciche, i
vestiti larghi su un fisico trasformato da centinaia di chilometri a piedi. Ti
guardi e ti chiedi: "Ma davvero ero io quello lì?". Perché la verità
è che non è il diploma, la medaglia, la pergamena a cambiare le cose. È il
cammino, la strada fatta giorno dopo giorno, che ti plasma senza che te ne
accorga.
Mi viene in
mente una frase che ho già tatuato sulla pelle, ma che mi riscriverei cento
volte: long life learning. Perché lo
studio, che sia tra i banchi dell’università o lungo i sentieri della vita, ti
insegna quanto siamo piccoli rispetto al mondo e quanto ancora possiamo
imparare. Ti fa sentire un po' ingenuo, forse, ma anche curioso, aperto, pronto
a rimetterti in gioco. E allora ti accorgi che quel percorso, con tutte le sue
salite, le cadute e le ripartenze, ha messo nel piatto della bilancia un sacco
di cose belle: nuove competenze, nuovi incontri, nuove parti di te stesso che
non sapevi nemmeno di avere.
Quello che mi
sento di dire oggi, a chi legge e magari sta studiando, lavorando o lottando
per un traguardo, è questo: non aspettare il pezzo di carta per sentirti
arrivato. Fermati ogni tanto lungo il percorso, guardati intorno, respira
quell’aria piena di sfide e di possibilità. Perché il vero premio non è la
pergamena che un giorno arriverà per posta, ma la persona che diventi mentre
vai avanti.
E se posso
aggiungere un consiglio: non temere di sentirti stanco o incerto. Fa parte del
gioco. È come camminare sotto la pioggia: a un certo punto smette, e ti accorgi
che ce l’hai fatta, anche se sei tutto bagnato. E scopri che quel bagno d’acqua
ti ha reso più forte.
Loris Bonomi
Approfondimento Psicologico:
In psicologia, momenti come questi ci ricordano l’importanza del processo rispetto al risultato. Spesso siamo
talmente concentrati sul traguardo che dimentichiamo il valore della strada
percorsa. Questo può succedere soprattutto a chi vive con un senso di urgenza o
con la sindrome dell’impostore: si crede che solo quando arriverà il
riconoscimento esterno ci si potrà sentire “abbastanza”. Ma la verità, e la
scienza ce lo conferma, è che la crescita personale avviene passo dopo passo,
mentre affrontiamo le difficoltà, ci rialziamo e continuiamo a camminare. La
terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, ci aiuta proprio a modificare
quei pensieri che ci fanno credere che il nostro valore dipenda solo dai
risultati. Il cammino, con tutte le sue sfide, è già di per sé un grande
successo.
E allora amici, vi invito a fermarvi un attimo oggi e
a chiedervi: quale parte del mio cammino sto
sottovalutando? Se vi va, scrivetemelo nei commenti o raccontatemelo: mi
piacerebbe camminare con voi anche in queste riflessioni.
Dottoressa iani: www.camminandoconuncoach.it