Quando vedi tutto nero, forse sei solo troppo serio
C’è una differenza sottile, ma decisiva, tra chi
guarda fuori dalla finestra e dice: “Oggi piove”… e chi dice: “Tanto anche
domani sarà peggio.”
Il primo accetta la realtà. Il secondo si arrende.
E il problema non è la pioggia. È la convinzione che andrà sempre così.
Che non ci sarà mai un raggio di sole. Che niente cambierà davvero.
Il pessimismo non è una visione realistica. È una
forma di serietà diventata cieca. Una serietà che non ti lascia spazio
per immaginare alternative, miglioramenti, sorprese.
È quella voce dentro che dice: “Tanto non serve a niente. Tanto andrà male.
Tanto gli altri sono meglio.”
E diventa una gabbia. Una profezia che si autoavvera.
Perché se non credi più che le cose possano migliorare… smetti anche di
provarci.
Una volta, durante una sessione, un ragazzo mi
disse:
“Io non voglio illudermi. Preferisco aspettarmi
il peggio così non ci rimango male.”
E io gli risposi:
“Ma se ti aspetti il peggio… lo vivi già prima ancora che succeda. Dov’è il
vantaggio?”
Capisci il punto?
Il pessimismo sembra protezione. Ma è prigione.
Sembra saggezza. Ma è rinuncia.
Molte persone serie, controllate, affidabili,
cadono in questa trappola. Non si lasciano andare alla speranza perché non
vogliono deludersi.
Ma nel frattempo… si stanno già deludendo da sole.
Essere speranzosi non vuol dire essere ingenui.
Vuol dire lasciare aperta una finestra. Anche solo una fessura da cui
può entrare qualcosa di nuovo.
Un’opportunità. Un cambiamento. Una sorpresa.
Se ti ritrovi a pensare sempre in negativo, se ti
blocchi prima ancora di tentare, se vedi solo problemi e mai possibilità,
chiediti:
Sto cercando di essere realistico… o sto solo cercando di non sentire la
paura?
Perché la paura del fallimento, della
delusione, della fatica, spesso si camuffa da pessimismo.
Ma non ti protegge. Ti spegne.
E allora oggi, prova a fare un piccolo esercizio:
Pensa a una situazione difficile della tua vita in cui qualcosa, anche solo un
dettaglio, è andato meglio del previsto.
Qualcosa che non avevi previsto.
Qualcosa che, nonostante tutto, ha funzionato.
Quel piccolo spiraglio è la prova che la speranza non è un’illusione. È una
possibilità.
Non devi per forza vedere tutto rosa.
Ma almeno… smetti di vedere tutto nero.
Lascia entrare il grigio. E poi, magari, un po’ di azzurro.
Loris Bonomi
Approfondimento Psicologico
Il pessimismo cronico può essere collegato a schemi
cognitivi disfunzionali sviluppati in contesti di insicurezza o fallimenti
precoci. In psicologia cognitiva si parla di bias negativi, ovvero la
tendenza a sovrastimare i rischi e sottovalutare le risorse.
Alcune persone sviluppano questa forma di pensiero per sentirsi “più
preparate”, ma a lungo termine diventa un freno emotivo e comportamentale.
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e l’ACT (Acceptance and Commitment
Therapy) lavorano molto su questo punto: accettare l’incertezza e scegliere
l’azione nonostante la paura, senza lasciarsi dominare dal pensiero
catastrofico.
Allenare lo sguardo alla speranza non è utopia: è cura.
Dottoressa Iani : www.camminandoconuncoach.it