"Come Il Sostegno Scolastico
Trasforma La Vita Dei Ragazzi Con ADHD: Esperienze e Strategie"
Oggi voglio raccontarvi una storia che
riguarda una delle persone con cui passo gran parte del mio tempo libero: il
mio caro amico Marco. Marco, oltre a essere un bravissimo istruttore di Nordic
Walking, è soprattutto un insegnante di sostegno per ragazzi con difficoltà di
apprendimento. Le nostre camminate all’aria aperta non sono solo un modo per
mantenerci in forma, ma anche momenti di confronto e riflessione su temi
importanti, come l’educazione e il sostegno ai ragazzi che affrontano sfide
quotidiane a scuola.
Ricordo una delle nostre passeggiate in cui
Marco mi ha raccontato di Alessandro ( nome di fantasia), un suo studente di 12
anni con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Alessandro è
un ragazzo pieno di energia, sempre in movimento e con una mente che sembra
correre più veloce di quanto il suo corpo possa seguire. A scuola, però, questa
energia si traduce in difficoltà: Alessandro fatica a concentrarsi, si distrae
facilmente e a volte interrompe la lezione senza nemmeno accorgersene.
All’inizio, i suoi risultati scolastici erano molto al di sotto delle sue reali
capacità, e questo lo rendeva sempre più frustrato.
Marco, con la sua calma e dedizione, non si è
lasciato scoraggiare. Ha iniziato a lavorare con Alessandro ogni giorno,
cercando di capire quali fossero le sue reali necessità. Mi ha spiegato come,
con i ragazzi che soffrono di ADHD, sia fondamentale creare una routine chiara
e strutturata, ma allo stesso tempo offrire loro piccoli spazi di libertà. Per
Alessandro, per esempio, ha introdotto delle pause brevi e attività pratiche
che gli permettono di scaricare l’energia in eccesso. Durante una lezione di
matematica, quando vedeva che Alessandro cominciava a perdere la
concentrazione, lo lasciava alzarsi e fare un breve giro della classe o lo
coinvolgeva in esercizi semplici e fisici, come lanciare una pallina da una
mano all’altra. Questo non solo lo aiutava a rilassarsi, ma lo rendeva anche
più pronto a tornare al suo posto e concentrarsi di nuovo.
Un giorno, mentre camminavamo attraverso il
bosco, Marco mi ha raccontato con orgoglio che, grazie a questi piccoli
accorgimenti, Alessandro stava migliorando. Non solo riusciva a completare i
suoi compiti senza troppe interruzioni, ma aveva anche iniziato a partecipare
attivamente durante le lezioni, facendo domande e mostrando interesse.
"Vedere Alessandro sorridere mentre risolve un problema di matematica è
una delle soddisfazioni più grandi che ho avuto in questi anni," mi ha
detto. E questo mi ha fatto riflettere su quanto possa essere potente
l’attenzione e la cura che un insegnante dedica ai suoi studenti.
Durante le nostre chiacchierate, spesso
parliamo anche delle differenze tra disturbi come l’ADHD, la dislessia e la
discalculia. Marco mi ha spiegato che, mentre l’ADHD coinvolge soprattutto
l’attenzione e l’iperattività, la dislessia riguarda la difficoltà a leggere e
comprendere i testi scritti, e la discalculia si manifesta con difficoltà nella
comprensione dei numeri e delle operazioni matematiche. Con Alessandro, il
problema non era tanto nei contenuti scolastici, quanto nella sua capacità di
mantenere la concentrazione e gestire le sue energie. Marco ha dovuto trovare
un equilibrio tra dargli il supporto necessario senza mai farlo sentire
"diverso" o meno capace degli altri compagni.
Ogni volta che camminiamo insieme, torno a
casa con una sensazione di ammirazione per Marco. Il suo lavoro è
incredibilmente impegnativo, ma lui lo affronta con una leggerezza e una
passione che mi colpiscono profondamente. Mi racconta di quanto sia importante
costruire una relazione di fiducia con i ragazzi, soprattutto con quelli che
affrontano difficoltà di apprendimento. Con il tempo, Marco è riuscito a
guadagnarsi la fiducia di Alessandro, non solo come insegnante, ma come punto
di riferimento. "Quando mi guarda, so che si fida di me, e questo è il
vero successo," mi ha detto un giorno.
Pensando a queste storie, mi sono ricordato
di un post che ho letto di recente del mio caro amico Eugenio Cresseri, e ho
sentito il bisogno di condividere queste riflessioni con voi. Marco è un
esempio di quanto la pazienza e la dedizione possano fare la differenza nella
vita di un ragazzo. E non solo per i suoi progressi scolastici, ma soprattutto
per il suo benessere emotivo e la fiducia in se stesso.
Vi invito tutti a seguire la prossima puntata
di Dottor Coach, dove parleremo proprio di questi temi. È
un’opportunità per riflettere insieme sull’importanza dell’educazione e del
supporto personalizzato per i ragazzi con difficoltà di apprendimento. E
chissà, magari avremo anche Marco come ospite per condividere la sua esperienza
direttamente con voi. Non mancate!