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Etica e Responsabilità: Dalle Piazze Digitali alla Vita di Tutti i Giorni

 

 Questa sera, su Rete Radio Azzurra, parleremo di etica e responsabilità, partendo dallo scandalo che ha coinvolto Pavel Durov, il fondatore russo di Telegram, arrestato in Francia e poi rilasciato dopo aver pagato una cauzione di 5 milioni di euro. Durov è accusato di non aver fatto abbastanza per impedire attività criminali sulla sua piattaforma, come pedopornografia e altri contenuti illeciti. Telegram, con il suo approccio libertario e la sua promessa di libertà d’espressione, ha sempre rifiutato una moderazione rigida. Questo ci fa riflettere su quanto sia complesso trovare il giusto equilibrio tra libertà e responsabilità, specialmente quando si tratta di piattaforme con milioni di utenti. Ma cos’è davvero l’etica? L’etica è la guida che ci aiuta a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, e a prendere decisioni che tengano conto non solo del nostro interesse personale, ma anche del bene comune. Questo concetto non vale solo per i giganti della tecnologia come Telegram, ma anche per la nostra vita di tutti i giorni. Pensiamo, ad esempio, alla manutenzione dei sentieri in montagna. Quante volte abbiamo visto rifiuti abbandonati o segnalazioni di pericolo ignorate e ci siamo limitati a passare oltre? Magari abbiamo pensato: “Non è un mio problema, qualcuno se ne occuperà”. Questo atteggiamento è lo stesso che si ripete nelle piazze digitali, dove spesso si chiudono gli occhi su ciò che non funziona, aspettando che qualcun altro prenda in mano la situazione. E lo stesso vale per la gestione dei bulli, sia a scuola che nel quartiere. Quando vediamo qualcuno subire ingiustizie o maltrattamenti, spesso siamo tentati di fare finta di nulla, di pensare che non ci riguarda, perché non ci tocca personalmente. Questo è esattamente ciò che accadde nel caso di Kitty Genovese, la donna il cui omicidio a New York, ignorato da decine di testimoni, ha dato origine alla teoria psicologica del bystander effect. Più persone assistono a una situazione di emergenza, meno ciascuno si sente responsabile di intervenire. Ma è giusto questo? Il caso di Durov e Telegram ci spinge a riflettere su quanto siamo davvero responsabili, sia online che nella vita reale. L’indifferenza verso ciò che non ci tocca direttamente alimenta una cultura di irresponsabilità, dove si perde di vista il valore del bene comune. L’etica, quindi, non è solo un concetto astratto, ma qualcosa che guida le nostre azioni quotidiane. È prendersi cura degli spazi condivisi, è intervenire quando vediamo un’ingiustizia, è fare la nostra parte per mantenere la comunità, sia digitale che reale, un luogo sicuro e giusto per tutti. Questa sera parleremo di questo e molto altro su Rete Radio Azzurra, riflettendo insieme su come possiamo fare la differenza nel nostro piccolo, ogni giorno, per un mondo più etico e responsabile.

Loris Bonomi

Intervento della psicologa:

 

Uno dei casi più famosi che ha scosso l'America è quello di Kitty Genovese, una donna brutalmente assassinata a New York nel 1964, mentre decine di persone, nonostante le sue richieste d'aiuto, non intervennero. Questo tragico evento ha dato origine alla teoria del bystander effect in psicologia sociale, che spiega come, in situazioni di emergenza, la presenza di altre persone riduce la probabilità che qualcuno intervenga. Più spettatori ci sono, meno ciascuno si sente responsabile. È un meccanismo psicologico potente, che ci fa riflettere sulla nostra responsabilità sociale.

Dottoressa Iani Clementina :Team Camminando con un coach 

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