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Cosa Ci Spinge a Dare il Meglio di Noi: Passione, Missione o Semplice Vocazione?

Hai mai incontrato una persona con una luce speciale negli occhi? Qualcuno che, mentre parla, ti sembra trasmettere energia e ispirazione? È come vedere una fiamma accesa, un fuoco che brucia dentro, alimentato dalla passione e dal desiderio di fare la differenza.

Questa sera, a Rete Radio Azzurra, avrò l’onore di condividere il microfono con due persone speciali: Gianluigi Zucca e Daniela Turk, insieme ad alcuni collaboratori della “Sorgente”. Dietro di loro ci sono storie di impegno, sacrificio e un infinito amore per gli altri. Loro, come tanti operatori o volontari, sono le prove viventi che c’è un “perché” dietro ogni scelta e un motore che spinge alcune persone a dedicare tempo, cuore ed energia al bene comune. Ma da dove nasce tutto questo? È passione? È missione? Oppure è qualcosa di più profondo?

Circa vent’anni fa, ho vissuto un’esperienza che ancora oggi porto dentro di me. Facevo parte di un gruppo di volontari impegnati nella raccolta di beni umanitari per aiutare le popolazioni colpite dalla guerra in Kosovo. Una delle mie mansioni era smistare le scatole che arrivavano da tutta Italia. Ogni scatola era piena di oggetti utili: cibo, vestiti, medicine. Ma un giorno mi sono trovato davanti a qualcosa che mi ha cambiato dentro.

Era una scatola di scarpe, decorata con disegni e colori vivaci. Al suo interno, con una precisione quasi commovente, c’era tutto il necessario per l’igiene personale: un piccolo asciugamano, un pettine, una saponetta, un dentifricio. Ma non era tutto. Sotto quegli oggetti c’era una lettera. L’aveva scritta uno dei bambini di una classe elementare che, insieme ai suoi compagni, aveva preparato quella scatola per un altro bambino dall’altra parte del mondo.

La lettera diceva: "Ciao, non so chi sei, ma spero che questa scatola possa aiutarti. Ti auguro tanta salute e tanti sorrisi. Ti penso e ti mando un grande abbraccio." Era un messaggio semplice, ma così potente che, nel leggerlo, le lacrime mi sono scese dagli occhi, anche senza volerlo.

Mi sono fermato a pensare: Che cosa avevano fatto di diverso quei bambini italiani rispetto a quelli che stavamo aiutando? Nulla. L’unica differenza era essere nati in un’altra parte del mondo.

Quell’esperienza mi ha fatto capire che non è solo ciò che possediamo a renderci felici, ma il gesto di condivisione, l’empatia e la capacità di mettere il cuore in ciò che facciamo. E questa stessa energia è quella che vedo in tante persone che scelgono di dedicarsi agli altri, come Daniela e gli operatori della “Sorgente” o come Gianluigi e i suoi volontari dei “Pazzi di rugby”.

Ma torniamo alla domanda iniziale: cosa ci spinge a fare quello che facciamo? E cosa, invece, ci limita nel condurre la vita che sogniamo?

Immagina di avere una macchina potentissima, capace di portarti ovunque. Quel motore è il tuo cuore, le tue emozioni e i tuoi valori. È ciò che ti fa alzare dal letto al mattino e affrontare la giornata. Ma, allo stesso tempo, ci sono freni che possono impedirti di avanzare: paura, insicurezza, il timore del giudizio degli altri.

Le persone che riescono a vivere una vita piena spesso sono quelle che imparano a bilanciare queste due forze. Non significa non avere paura, ma saperla guardare negli occhi e dire: “Ok, ci sei, ma non lascerò che tu mi fermi”.

D’altra parte, chi si dedica agli altri – come i nostri ospiti di questa sera – sembra avere una marcia in più. Forse perché il loro motore non è solo personale, ma alimentato da qualcosa di più grande: il desiderio di lasciare un segno positivo nel mondo.

Dedicare la propria vita agli altri è un gesto che molti ammirano, ma pochi capiscono fino in fondo. Per alcuni è una passione: fare qualcosa che amano e che li rende felici. Per altri è una missione: sentono di essere stati chiamati a fare quella cosa, come se fosse il loro scopo nella vita. E poi c’è chi lo vive come un lavoro, con professionalità, competenza e impegno.

Ma qual è la differenza? La verità è che non esiste una distinzione netta. Spesso, chi inizia per passione finisce per scoprire una missione più grande. E chi lavora nel sociale con professionalità lo fa perché sente dentro un amore profondo per ciò che fa.

Questa sera, voglio cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente tutte le persone che dedicano il loro tempo agli altri. A chi dona senza chiedere nulla in cambio, a chi ascolta, a chi tende una mano, a chi accoglie una storia di sofferenza e cerca di trasformarla in un traguardo.

Gianluigi, Daniela e i loro collaboratori rappresentano solo una piccola parte di questo universo fatto di impegno e dedizione. Ma la loro energia, le loro storie e la loro luce sono contagiose. Sono loro i veri motori di una società che, senza il volontariato, sarebbe molto più povera.

Ora, mentre stai leggendo queste righe, ti invito a riflettere. Qual è il tuo motore? Cosa ti spinge a fare quello che fai ogni giorno?

Magari non sarà un fuoco ardente, ma una piccola scintilla. E va bene così. Anche una scintilla, se alimentata con amore, può diventare una fiamma luminosa.

Se senti che qualcosa ti manca o che c’è un sogno che hai messo da parte, chiediti: cosa mi sta trattenendo? Forse è il momento di lasciar andare quei freni e iniziare a guidare verso la vita che desideri davvero.

Questa sera, a Rete Radio Azzurra, ci aspetta una puntata speciale. Io, Gianluigi Zucca, Daniela Turk e i collaboratori della Sorgente parleremo di storie, persone e del significato profondo dell’aiutare gli altri.

Spero che queste storie possano ispirarti, darti uno spunto per guardare dentro di te e accendere la tua fiamma. Perché, alla fine, tutti abbiamo qualcosa da donare.

Loris Bonomi

Riflessione Psicologica:
Secondo la psicologia, il motivo per cui alcune persone dedicano la loro vita agli altri è strettamente legato al bisogno di significato. Aiutare gli altri ci fa sentire parte di qualcosa di più grande, ci connette con la comunità e rafforza la nostra autostima. Si parla spesso di empatia altruistica, cioè la capacità di sentire profondamente le emozioni altrui e di trarne una spinta per agire.

Ma attenzione, dedicarsi agli altri deve essere un equilibrio, non un sacrificio continuo. È importante riconoscere i propri limiti e sapersi prendere cura anche di sé stessi. Solo così il “fuoco” può continuare a bruciare senza spegnersi.

Riconoscere i propri valori e agire in base a essi è una delle chiavi per condurre una vita piena e soddisfacente. E se troviamo dentro di noi quel motore che ci spinge ad aiutare gli altri, ricordiamoci che è un dono non solo per chi riceve, ma anche per noi stessi.

Dottoressa Iani : www.camminandoconuncoach.it

 

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