Chi ha autostima, compra meno: ecco perché il mercato non vuole che tu stia bene
Ieri sera, tardi, mi ha chiamato la mia amica
Sara.
Era una di quelle telefonate che partono tranquille e poi prendono una piega
inaspettata, di quelle che ti lasciano qualcosa dentro anche dopo aver chiuso
la chiamata.
All’inizio mi
parlava di un viaggio che vorrebbe fare. Uno di quei viaggi da sola, per
staccare un po’ da tutto e prendersi un tempo per respirare, camminare,
pensare. Mentre parlava, si sentiva proprio il desiderio di rallentare, di
alleggerirsi. E poi, all’improvviso, se ne esce con una frase che mi ha fatto
sorridere e pensare insieme:
“Da quando sto
meglio con me stessa… spendo molto meno.”
Glielo chiedo
subito:
“Che intendi?”
E lei:
“Ma sì, ho
smesso di comprare roba inutile. I vestiti che non metterò, il dolce che tanto
so che mangio solo per consolarmi, le creme, i gadget… Tutto quel consumo che
facevo per riempire, per sentirmi meglio. Ora mi basta meno. Anzi, quasi
niente.”
Ed è lì che mi
è scattato qualcosa dentro.
Mi è tornato in
mente il mio primo amore psicologico,
quello che mi ha fatto avvicinare seriamente a questo mondo: la psicologia positiva.
Ricordo ancora quando ho letto per la prima volta Martin Seligman. Una folgorazione.
Non più solo “curare il dolore”, ma imparare a coltivare il benessere, la
forza, la serenità.
Non aspettare di toccare il fondo per risalire, ma costruire giorno dopo giorno
un equilibrio che ti renda più stabile, più forte, più… te stesso.
E proprio
Seligman lo dice chiaramente: quando stai bene, non hai bisogno di cercare conferme nel consumo.
Non devi comprare per sentirti meglio.
Non cerchi la felicità in uno sconto o in un pacchetto prime.
Perché hai imparato che non sei da
riempire. Sei da ascoltare.
E così, mentre
io e Sara continuavamo a parlare, mi rendevo conto che quello che mi raccontava
non era solo una sua esperienza personale.
Era un esempio perfetto di qualcosa che
succede a tantissime persone: quando inizi a volerti bene, a volerti davvero bene, cambia il tuo rapporto con il
mondo esterno.
Non mangi più
per noia.
Non compri per solitudine.
Non riempi le giornate con “cose” che servono solo a distrarti da ciò che non
vuoi sentire.
Eppure, attorno
a noi, tutto sembra fatto per tenerci un po’ instabili.
Le pubblicità, i social, certi modelli di successo: tutti ci sussurrano che ci
manca qualcosa.
Che non siamo abbastanza.
Che dobbiamo sempre migliorare, aggiornare, acquistare, cambiare.
Perché se tu
stai bene con te stesso… sei un pessimo
cliente.
Ed è proprio
questo il cuore della puntata di oggi.
Una riflessione che parte da una telefonata, attraversa una storia personale,
passa per i miei studi di psicologia e arriva dritta a una domanda semplice ma
potente:
E se
smettessimo di comprare per compensare, e iniziassimo invece a coltivare il
nostro benessere?
Sara l’ha
iniziato a fare.
Io ci lavoro ogni giorno, da anni.
E se stai leggendo queste righe… forse anche tu sei pronto per cominciare.
Loris Bonomi
Riflessione psicologica:
Quando impariamo a volerci bene davvero,
iniziamo a distinguerci da ciò che ci viene venduto come “necessario”.
In psicologia positiva, Martin Seligman ci ha mostrato che il benessere non
nasce dal possedere di più, ma dal coltivare dentro di noi emozioni come
gratitudine, speranza, curiosità e senso di scopo.
Le persone con
una buona autostima tendono a consumare meno perché non cercano più fuori
quello che hanno imparato a trovare dentro.
Questo non significa vivere di privazioni, ma scegliere con più libertà, senza
essere guidati dal bisogno di compensare qualcosa.
Il benessere
psicologico non ci rende solo più felici: ci rende anche più liberi.
Dottoressa Iani: Team www.camminandoconuncoach.it